Consumo del suolo

Piccolo inciso, per tutti quelli che stanno compilando il Form per conoscere di più sul suolo e partecipare al progetto ECHO, è dalle vostre risposte che sono partita per approfondire queste tematiche.
GRAZIE

Vuoi Partecipare anche tu? QUI

Anche a causa dei più recenti fatti di cronaca “climatica”, non si sprecando dichiarazioni, articoli, post, immagini comparative che hanno come tema centrale la questione del consumo del suolo.
Parto da qui, perché è il tema che “provocatoriamente” ho sviluppato nella Fanzine di Antropica di quest’anno, e quindi avevo già approfondito la questione nei mesi scorsi.

Innanzitutto, cosa si intende per “consumo del suolo”?

Il concetto di consumo di suolo è definito come la variazione da una copertura non artificiale (suolo non consumato) a una copertura artificiale del suolo (suolo consumato), con la distinzione fra consumo di suolo permanente (dovuto a una copertura artificiale permanente) e consumo di suolo reversibile (dovuto a una copertura artificiale reversibile). [NdA. Attenzione, la copertura del suolo è un concetto collegato ma distinto dall’uso del suolo.]
Secondo la definizione di ISPRA è “un processo associato alla perdita di una risorsa ambientale fondamentale, limitata e non rinnovabile, dovuta all’occupazione di una superficie originariamente agricola, naturale o seminaturale con una copertura artificiale. È un fenomeno legato alle dinamiche insediative e infrastrutturali ed è prevalentemente dovuto alla costruzione di nuovi edifici, fabbricati e insediamenti, all’espansione delle città, alla densificazione o alla conversione di terreno entro un’area urbana, all’infrastrutturazione del territorio.”

L’impermeabilizzazione del suolo (soil sealing) rappresenta solo la forma più evidente e dannosa di copertura artificiale, ma non è l’unica. Altre modalità di alterazione del suolo vanno dalla perdita totale della “risorsa suolo” attraverso l’asportazione per escavazione, alla perdita parziale, talvolta recuperabile, dovuta a diversi fenomeni:

  • Compattazione: La compressione delle particelle del suolo riduce la porosità, limitando l’assorbimento di acqua e nutrienti da parte delle piante, e aumentando il rischio di erosione superficiale.
  • Contaminazione: L’introduzione di sostanze tossiche nel suolo, derivanti da attività agricole, industriali o urbane, compromette la salute del suolo e la crescita vegetale. Questo fenomeno può essere causato da fertilizzanti, pesticidi o rifiuti non gestiti correttamente.
  • Erosione: La perdita di suolo dovuta all’azione dell’acqua o del vento porta a una diminuzione della fertilità del terreno e alla degradazione delle sue proprietà fisiche e chimiche.
  • Salinizzazione: L’accumulo di sali nel suolo, spesso causato da un’irrigazione inadeguata, riduce la fertilità e può danneggiare le colture.
  • Diminuzione della materia organica: L’eccessivo sfruttamento agricolo porta a una riduzione della sostanza organica nel suolo, compromettendo la sua fertilità e capacità di trattenere acqua.

Questi fenomeni rappresentano minacce significative per la salute del suolo e per la sua capacità di sostenere la vita vegetale e animale, compresi noi. Spesso sono causati dalla presenza di impianti industriali, infrastrutture, costruzioni, depositi permanenti di materiali e dal transito di veicoli, agricoltura “classica” (e non solo intensiva), sbancamenti e escavazione (di ghiaie ad esempio).

La rappresentazione più lampante del consumo di suolo si osserva nell’espansione delle aree occupate da edifici, fabbriche, capannoni, strade asfaltate o sterrate, parcheggi, zone estrattive, discariche, cantieri, cortili e piazzali. Inoltre, rientrano in questa categoria anche serre e altre strutture permanenti, aeroporti e porti, campi sportivi impermeabili, ferrovie e altre infrastrutture, oltre a pannelli fotovoltaici e qualsiasi altra area che abbia subito un processo di impermeabilizzazione, anche se non necessariamente urbana. In breve, tutti gli interventi di nuova artificializzazione in contesti urbani, rurali e naturali, escludendo la creazione di nuove aree verdi urbane.

Come calcoliamo il consumo del suolo?

Il consumo di suolo netto è valutato attraverso il bilancio tra il consumo di suolo e l’aumento di superfici agricole, naturali e seminaturali dovuti a interventi di recupero, demolizione, de-impermeabilizzazione, rinaturalizzazione o altro. Tuttavia, i processi di rigenerazione dei suoli sono rari, complessi e richiedono notevoli apporti di energia e tempi lunghi per ripristinare le condizioni intrinseche del suolo prima della sua impermeabilizzazione.

Pressioni e processi di degradazione sul Suolo (European Environment Agency)

In Italia, il quadro conoscitivo sul consumo di suolo nel nostro Paese è disponibile grazie al monitoraggio e ai dati del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) e, in particolare, della cartografia prodotta dalla rete dei referenti per il monitoraggio del territorio e del consumo di suolo del SNPA, costituita da ISPRA e dalle Agenzie per la Protezione dell’Ambiente delle Regioni e delle Province autonome, come previsto dalla L. 132/2016. La cartografia viene prodotta attraverso la classificazione di immagini satellitari, prevalentemente rese disponibili nell’ambito del programma Copernicus.

Cosa emerge dal monitoraggio?

Il Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” ( Disponibile QUI) è un prodotto del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), che assicura le attività di monitoraggio del territorio e del consumo di suolo. È infatti compito del Sistema, ai sensi della legge 132/2016, seguire le trasformazioni del territorio e la perdita di suolo naturale, agricolo e seminaturale, inteso come risorsa ambientale essenziale e fondamentalmente non rinnovabile, vitale per il nostro ambiente, il nostro benessere e la nostra stessa economia.

In sostanza, il consumo di suolo risulta più intenso nelle aree già molto compromesse. Il 25% del suolo nazionale è coperto da edifici, di cui per assurdo molti degradati o non utilizzati, ma continuiamo a costruire “nuovo”.

Un’altro approfondimento che può esservi utile sulla questione “consumo del suolo”, sono le Schede Regionali sul consumo del suolo che trovate QUI
Ed è disponibile sempre gratuitamente anche “Atlante nazionale del consumo di suolo. Edizione 2023“. Ma sono di più facile consultazione le schede regionali.

Quali gli obiettivi futuri?

L’obiettivo dell’azzeramento del consumo di suolo è stato definito a livello europeo già con la Strategia tematica per la protezione del suolo del 2006, che ha sottolineato la necessità di porre in essere buone pratiche per ridurre gli effetti negativi del consumo di suolo e, in particolare, della sua forma più evidente e irreversibile: l’impermeabilizzazione (soil sealing).

L’Europa e le Nazioni Unite hanno messo come priorità: la tutela del suolo, del patrimonio ambientale, del paesaggio, il riconoscimento del valore del capitale naturale, il ripristino delle aree naturali degradate.
Ci è richiesto, pena sanzioni, di azzerare il consumo di suolo netto entro il 2050, di allinearlo alla crescita demografica e di non aumentare il degrado del territorio entro il 2030.
Già nel 2021 la Commissione Europea ha approvato la nuova strategia dell’UE per il suolo per il 2030 (QUI) per ribadire come la salute del suolo sia essenziale per conseguire gli obiettivi in materia di clima e di biodiversità del Green Deal europeo (Nello stesso documento si trova anche cosa si intende per “suolo in buona salute”).

Spero di esservi stata utile, soprattutto fornendovi alcune risorse da consultare voi stessi. Ma non voglio mettere troppa carne al fuoco, nei prossimi post cercherò di approfondire altri aspetti, che magari avrete piacere voi stessi di segnalarmi. Scrivetemi


Fonti:

ISPRA, “Il consumo di suolo” (sito web)
ISPRA, “Atlante nazionale del consumo di suolo”. Ed. 2023
SNPA, “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2023”
Commissione Europea, “Strategia dell’UE per il suolo per il 2030 – Suoli sani a vantaggio delle persone, degli alimenti, della natura e del clima”, 2021
ARPAE “Il consumo di suolo in Italia: sintesi” (Geoportare)
European Environment Agency “Land and Soil in Europe” 2019

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *