
Prima di procedere con altri articoli che raccontano del progetto dell’Istrice, ci tengo a condivide con voi alcuni testi che sono stati fondamentali nelle scelte per l’istrice, da architetta e appassionata di architettura del paesaggio, da tecnico del suolo, da curiosa-osservatrice dei processi di evoluzione naturale dei luoghi. Non è un elenco esaustivo, ci sarebbero molti altri autori che ho letto e che hanno lasciato il segno, studi storici, studi botanici, testi sull’evoluzione dei giardini, ma qui voglio offrirvi spunti legati espressamente a questo progetto. Sarà un elenco in evoluzione, come il campo, e lo aggiornerò mano a mano.
Questi autori hanno tracciato le linee di un nuovo modo di pensare il paesaggio: un pensiero che accetta il tempo, l’imperfezione e la spontaneità come forme di intelligenza del vivente. Alcuni di questi testi accompagnano il progetto dell’Istrice fin dall’inizio, come compagni di cammino e di osservazione, anzi direi da ben prima che l’Istrice diventasse uno spazio concreto.
Ho distinto le letture in nuclei tematici, così potete usarle o approfondire in modo coerente i principi che guidano l’Istrice (Osservazione / Restauro / Terzo Paesaggio / New Perennialist).
1. Osservazione e filosofia del paesaggio
Testi che fondano il pensiero dell’ascolto, del tempo e della trasformazione come strumenti di progetto.
- Gilles Clément, Manifesto del Terzo paesaggio, Quodlibet, 2005
→ Testo chiave per comprendere la poetica degli spazi marginali e la biodiversità spontanea. - Gilles Clément, Giardino in movimento. Dal giardino planetario al terzo paesaggio, Quodlibet, 2011
→ Una riflessione sul giardino come processo e non come oggetto finito. - Tim Ingold, The Perception of the Environment: Essays on Livelihood, Dwelling and Skill, Routledge, 2000
→ Una prospettiva antropologica sull’abitare e sull’osservazione come conoscenza. - Robert Harrison, Giardini. Riflessioni sulla condizione umana, Fazi Editore, 2007
→ Saggio filosofico sul giardino come spazio di relazione tra cultura e natura. - Fritjof Capra, Stefano Mancuso — Discorso sulle erbe (Aboca, 2023)
→ Riflessione sistemica e biologica sull’interconnessione tra forme di vita; ponte ideale tra scienza e filosofia vegetale. - Gianfranco Pellegrino, Marcello Di Paola — Etica e politica delle piante (Laterza, 2020)
→ Approfondisce la dimensione etica del rapporto uomo–pianta, perfettamente coerente con il principio dell’osservazione come atto fondativo.
2. Restauro ecologico e paesaggio resiliente
Libri che esplorano i processi di rinaturalizzazione, rigenerazione ecologica e design adattivo.
- André Clewell & James Aronson, Ecological Restoration: Principles, Values, and Structure of an Emerging Profession, Island Press, 2013 (2ª ed.)
→ Il riferimento accademico più completo sul restauro ecologico contemporaneo. - Stuart Cowan & Sim Van der Ryn, Ecological Design, Island Press, 2007
→ Classico sul progetto come strumento di coesistenza con i sistemi naturali. - Anne Whiston Spirn, The Granite Garden: Urban Nature and Human Design, Basic Books, 1984
→ Fondamentale per comprendere come ecologia e progetto urbano possano dialogare. - Thomas Rainer & Claudia West, Planting in a Post-Wild World: Designing Plant Communities for Resilient Landscapes, Timber Press, 2015
→ Sintesi magistrale tra ecologia applicata e progetto: una delle basi del new perennialism. - William Robinson — The Wild Garden / Il giardino naturale (1870, varie edizioni italiane)
→ Testo seminale sulla naturalizzazione e la libertà formale del giardino, base storica del pensiero “New Perennial”. - Paolo Pileri — Dalla parte del suolo. L’ecosistema invisibile (Altraeconomia, 2022)
→ Approfondisce il suolo come entità viva e politica, centrale nel concetto di restauro ecologico. - Gilles Clément — Elogio delle vagabonde (Feltrinelli, 2010)
→ Manifesto per una biodiversità errante e adattiva; si lega direttamente all’idea di “terzo paesaggio” e di giardino come rifugio dinamico per le specie spontanee.

3. Il movimento New Perennialist e l’arte del planting design
Libri e cataloghi che raccontano la visione di Piet Oudolf e dei paesaggisti affini.
- Piet Oudolf & Noël Kingsbury, Planting: A New Perspective, Timber Press, 2013
→ Manuale e riflessione estetica sul planting naturalistico contemporaneo. - Piet Oudolf & Noel Kingsbury, Designing with Plants, Timber Press, 1999
→ Il primo libro in cui Oudolf formula il suo approccio al ciclo vitale delle piante. - Piet Oudolf & Henk Gerritsen, Planting the Natural Garden, Timber Press, 2003
→ L’evoluzione pratica della filosofia naturalista olandese. - Cassian Schmidt (a cura di), Oudolf Hummelo, The Monacelli Press, 2015
→ Biografia visiva e cronologia dei progetti di Piet Oudolf. - Dan Pearson, Spirit: Garden Inspiration, Conran Octopus, 2009
→ Riflessione sensibile sull’equilibrio tra intervento e spontaneità.
4. Paesaggio, margine e pensiero ecopoetico
Per ampliare il dialogo con filosofia, arte e ecologia culturale.
- Gilles Clément, Il giardiniere planetario, Quodlibet, 2013
→ Sguardo planetario sul ruolo del giardiniere come curatore del vivente. - Richard Mabey, Weeds: In Defence of Nature’s Most Unloved Plants, Profile Books, 2010
→ Difesa poetica delle “erbacce” come parte essenziale della biodiversità urbana. - Robin Wall Kimmerer, Braiding Sweetgrass: Indigenous Wisdom, Scientific Knowledge, and the Teachings of Plants, Milkweed Editions, 2013
→ Una voce ecologica e spirituale che intreccia scienza e percezione sensoriale del mondo vegetale. - Anna Tsing, The Mushroom at the End of the World, Princeton University Press, 2015 / Il Fungo alla fine del mondo, Keller edizioni, 2015
→ Racconto del margine come spazio di coabitazione e rigenerazione post-industriale.
- Cal Flyn, Isole dell’abbandono. Vita nel paesaggio post-umano, Blu Atlantide, 2022
→ Racconto ecologico e poetico dei luoghi abbandonati, dove la natura ricostruisce da sé nuovi equilibri.

Sezione speciale — Fonti di pensiero e ispirazioni trasversali
Questi testi non appartengono direttamente al campo del paesaggio e della progettazione, ma ne illuminano la dimensione più profonda: quella dell’autorganizzazione, della libertà progettuale e dell’intelligenza collettiva dei sistemi complessi. Sono riferimenti che, pur al di fuori del progetto dell’Istrice, ne nutrono lo sguardo e l’etica.
- Yona Friedman — Utopie realizzabili (Quodlibet, 2017)
Un classico del pensiero radicale sull’urbanistica e sull’autonomia dell’individuo nel costruire il proprio spazio vitale.
Friedman rovescia l’idea di pianificazione centralizzata e apre alla possibilità di un ordine spontaneo, flessibile, generato dal basso: un principio che dialoga intimamente con l’idea di paesaggio come processo e non come forma imposta. - Yona Friedman — L’ordine complicato e l’arte di costruire se stessi (Quodlibet, 2012)
Un saggio poetico e lucidissimo sulla complessità e sulla necessità di abbandonare la semplificazione come principio di controllo.
In questo “ordine complicato” c’è la stessa logica che guida l’osservazione dei sistemi viventi, l’adattamento e la resilienza del paesaggio.
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