Ti sei mai chiesto perché alcune piante sembrano non crescere bene nonostante tutti i tuoi sforzi? Spesso il segreto sta nel pH del terreno, ovvero il grado di acidità o alcalinità del suolo, un parametro fondamentale per capire la salute del terreno. Fortunatamente, misurare il pH è semplice e si può fare da soli, senza bisogno di laboratori specializzati. Nel kit ECHO troverai tutto il necessario per scoprire e comprendere il pH del tuo terreno. Ma andiamo con ordine…

Cos’è il pH del suolo?
Il pH misura quanto un suolo è acido o alcalino, su una scala che va da valori molto acidi (pH 3-4) fino a valori molto alcalini (pH 8-9). Il valore 7 rappresenta la neutralità. Questo indicatore è essenziale perché influisce direttamente sulla vitalità del suolo e sulla capacità delle piante di svilupparsi.
Perché è così importante?
Il pH condiziona la disponibilità dei nutrienti nel terreno. Alcuni elementi nutritivi, come il ferro, il manganese e il fosforo, diventano più accessibili solo in particolari condizioni di pH. Ad esempio, un pH troppo basso (suolo acido) può rendere alcuni nutrienti tossici o insolubili, mentre un pH troppo alto (suolo alcalino) può limitare l’assorbimento di altri. Inoltre, il pH influenza la biodiversità del suolo: piante, microbi e funghi prosperano solo entro intervalli di pH ottimali.
Quali sono i fattori che influenzano il pH?
Fattori naturali: il clima e la quantità di pioggia sono determinanti perché diluiscono o concentrano sostanze nel suolo. La decomposizione della sostanza organica, la respirazione delle radici e la presenza di lettiere contribuiscono anch’essi a modificare il pH nel corso del tempo.
Fattori antropici: le pratiche umane come l’irrigazione, soprattutto in aree secche, cambiamenti nell’uso del suolo, tecniche di gestione agricola e la gestione dei rifiuti urbani possono alterare notevolmente il pH, spesso causando squilibri che danneggiano la fertilità.
Come si misura il pH del suolo?
Un metodo semplice e diffuso per misurare il pH del suolo consiste nell’utilizzare una soluzione d’acqua distillata mescolata a un campione di terra prelevato dal terreno. Immergendo una cartina indicatrice di pH nel liquido ottenuto, si può leggere immediatamente il valore approssimativo di acidità o alcalinità. Questo metodo è accessibile a chiunque e non richiede attrezzature particolari.

Nel kit ECHO trovate tutto il necessario per misurare il pH, accompagnato da istruzioni semplici per procedere all’analisi del pH del tuo terreno, anche senza esperienza specifica.
Curiosità sul pH
Il termine “pH” deriva dal francese “puissance d’hydrogène”, ovvero “potenza dell’idrogeno”. Indica la concentrazione degli ioni H+ nel suolo.
La scala del pH è logaritmica: un pH di 5 è dieci volte più acido di un pH di 6.
Alcune piante sono molto sensibili al pH e possono essere usate come indicatori naturali dello stato del terreno, come le azalee che preferiscono suoli acidi.
Quanto è frequente trovare un ph che renda un terreno veramente inadatto?
Per fortuna, è relativamente raro trovare terreni con pH estremi che li rendano inadatti alla coltivazione; infatti, la maggior parte dei suoli agricoli e da giardino si colloca in un intervallo di pH tra circa 5 e 8. I terreni con pH molto acido (inferiore a 4,5) o molto alcalino (superiore a 8) escono da questo range ottimale e richiedono interventi correttivi, poiché la disponibilità dei nutrienti per le piante diventa limitata o tossica. Valori di pH tra 5 e 7 sono comuni e possono essere gestiti con tecniche agronomiche mirate, mentre il range ideale per la maggior parte delle colture è tra 6,5 e 7,5. Sebbene terreni con pH realmente inadatti siano rari, è importante identificarli e correggerli tempestivamente per assicurare salute e produttività alle colture.
Esempi pratici di gestione del pH
In agricoltura, quando il terreno è troppo acido (pH basso), si può intervenire con l’applicazione di calce agricola (carbonato di calcio), che aiuta ad alzare il pH e a migliorare la disponibilità dei nutrienti. Al contrario, in suoli troppo alcalini, l’uso di ammendanti ricchi di zolfo può contribuire ad abbassare il pH verso valori più ottimali.
Nel giardinaggio domestico, scegliere specie vegetali adatte al pH del terreno è un primo passo fondamentale: azalee, rododendri e ortensie preferiscono suoli più acidi, mentre alcune aromatiche come lavanda e rosmarino prosperano meglio in terreni leggermente alcalini. Inoltre, l’impiego di compost o materia organica aiuta a mantenere il pH stabile e favorisce la vita biologica nel terreno.
Implicazioni per una gestione sostenibile
Adattare la gestione del terreno al suo pH significa migliorare la salute generale del suolo, ottimizzare l’assorbimento dei nutrienti, promuovere la biodiversità e, di conseguenza, avere colture più sane e resilienti. Questo vale per ogni tipo di uso del territorio, dal giardino di casa fino alle grandi aziende agricole.
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